Protestare civilmente

Una delle accuse che si fanno più di frequente agli intellettuali è la mancanza di concretezza; per rimediare indichiamo in questo post alcune cose alla portata di tutti per manifestare il proprio dissenso in maniera civile e assolutamente legale.

1- Non guardare la TV

Ci rendiamo conto che è come smettere di fumare: difficile all’inizio, poi ci si abitua, si recupera tempo e la salute (mentale) ci guadagna;

2- Conferenze

Se avete la fortuna che nel vostro paese qualcuno ne tiene ancora, andateci, se non altro per fare quattro chiacchiere col relatore (difficilmente troverete altre persone);

3- Mercati,supermercati,fiere

Evitateli il più possibile, preferite il negozio di quartiere e non di domenica: il personale ha diritto al riposo settimanale;

4- Sport e palestra

Evitateli, piuttosto passeggiate (senza musica nelle orecchie) e guardatevi attorno;

5- Azione sociale

Non è il volontariato (mano d’opera non retribuita),  ma qualcosa di concreto che potete fare per migliorare l’ambiente in cui vivete;

6- Manifestazioni gastronomiche

Da evitare: sono quelle che gli enti locali preferiscono per dirottare i soldi agli amici, invece di impiegarli nel risanamento ambientale.

L’elenco non è certo completo, ma, se cominciate, vedrete che qualcosa verrà in mente anche a voi ;-)

4 thoughts on “Protestare civilmente

  1. Non sono d’accordo sullo sport. Direi di praticarlo direttamente e, possibilmente, all’aperto. D’accordo sulle passeggiate.

  2. La mancanza di concretezza è la solita mossa da chi, alla fine, lascia parlare solo quegli intellettuali che mancano di concretezza e mette a tacere gli altri.

  3. Il caso dell’Egitto è paradigmatico. Mentre i media davano grande importanza al confronto etnico- religioso, era taciuto che questi movimenti di protesta erano iniziati (come accaduto anche in altri paesi di questa area) quando i governi presero in mano le politiche neoliberali promosse dal FMI, dalla Banca Mondiale e dai governi statunitensi ed europei. Qualcosa di simile accadde in Spagna con il movimento degli indignati. L’obiettivo dei media conservatori e liberali è cercare di deviare l’attenzione dalle cause reali della protesta contro sistemi profondamente antidemocratici, nei quali una minoranza controlla la ricchezza ed esercita un enorme sfruttamento.
    http://blogs.publico.es/vicenc-navarro/2013/12/30/la-revolucion-democratica-a-nivel-mundial/

  4. Agire come Bartleby lo scrivano. Preferire sempre di no. Non rispondere a inchieste, rifiutare interviste, non firmare manifesti, perché tutto viene utilizzato contro di te, in una società che è chiaramente contro la libertà dell’individuo e favorisce però il malgoverno, la malavita, la mafia, la camorra, la partitocrazia, che ostacola la ricerca scientifica, la cultura, una sana vita universitaria, dominata dalla Burocrazia, dalla polizia, dalla ricerca della menzogna, dalla tribù, dagli stregoni della tribù, dagli arruffoni, dai meridionali scalatori, dai settentrionali discesisti, dai centrali centripeti, dalla Chiesa, dai servi, dai miserabili, dagli avidi di potere a qualsiasi livello, dai convertiti, dagli invertiti, dai reduci, dai mutilati, dagli elettrici, dai gasisti, dagli studenti bocciati, dai pornografi, poligrafi, truffatori, mistificatori, autori ed editori. Rifiutarsi, ma senza specificare la ragione del tuo rifiuto, perché anche questa verrebbe distorta, annessa, utilizzata. Rispondere: no. Non cedere alle lusinghe della televisione. Non farti crescere i capelli, perché questo segno esterno ti classifica e la tua azione può essere neutralizzata in base a questo segno. Non cantare, perché le tue canzoni piacciono e vengono annesse. Non preferire l’amore alla guerra, perché anche l’amore è un invito alla lotta. Non preferire niente. Non adunarti con quelli che la pensano come te, migliaia di no isolati sono più efficaci di milioni di no in gruppo.
    (Ennio Flaiano)

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